Primo Levi
Biografia
di Martina Mengoni
La giovinezza, Auschwitz, gli anni cinquanta
Primo Levi nasce a Torino nel 1919, in corso Re Umberto, nella casa in cui vivrà per tutta la vita; studia al Liceo d’Azeglio, poi si iscrive alla Facoltà di Chimica, dove si laurea nel 1941. Dopo l’8 settembre 1943 si unisce a un gruppo partigiano in Valle d’Aosta in cui già militavano alcuni dei suoi più cari amici; ma nel giro di dieci giorni sono intercettati e catturati dai fascisti. Levi, ebreo, è spedito prima a Fossoli e poi ad Auschwitz, dove arriva nel febbraio 1944 e dove resta undici mesi. Dopo la liberazione del campo da parte dei russi, il 27 gennaio 1945, inizia un lungo viaggio di ritorno a casa attraverso l’Europa centrale che dura nove mesi. Rientra a Torino nell’ottobre successivo.
In seguito a varie esperienze di lavoro è assunto alla Siva, una fabbrica di vernici di Settimo Torinese, di cui presto diventa direttore generale, carica che manterrà fino al pensionamento.
Nel 1947 esce per l’editore torinese De Silva Se questo è un uomo, il racconto dei suoi mesi di prigionia ad Auschwitz. Nel frattempo, Levi ha scritto e sta scrivendo altri racconti, per lo più fantastici: I mnemagoghi e Maria e il cerchio compaiono entrambi nel 1948 su «L’Italia Socialista»; Fine del Marinese esce nel 1949 sul «Ponte» ; nel 1950 «l’Unità» pubblica Turno di notte. Per il resto, negli anni cinquanta l’esperienza di Auschwitz sembra dimenticata da tutti. Ma nel 1955 arriva un nuovo contratto per Se questo è un uomo, che sarà ripubblicato nel 1958 da Einaudi, con sostanziali modifiche. Nel frattempo, Levi si è sposato con Lucia Morpurgo e ha avuto due figli, Lisa e Renzo.
Gli anni sessanta
Nel 1963, ancora per Einaudi, esce La tregua, il racconto delle peregrinazioni da Auschwitz a Torino, passando per l’Ucraina, la Russia Bianca, la Romania: un libro che tiene insieme l’avventura e il trauma, il racconto di un’Europa distrutta e quello degli espedienti, degli incontri, della curiosità ritrovata verso il mondo e verso le vicende altrui, in un’atmosfera di sospensione e di attesa. Vi si trovano alcuni dei personaggi più memorabili dell’opera di Levi: Leonardo, Cesare, il Greco. Il libro vince la prima edizione del Premio Campiello.
Tra la fine degli anni cinquanta e il principio degli anni sessanta sono anche cominciate altre due esperienze cruciali nella vita di Primo Levi: gli incontri nelle scuole come testimone della deportazione, un’attività che non smetterà mai di portare avanti, tanto da nominarla «il mio terzo mestiere»; e gli scambi epistolari con i lettori tedeschi. Se questo è un uomo è stato infatti pubblicato in Germania ovest nel 1961 con il titolo Ist das ein Mensch?, tradotto da Heinz Riedt. Da quel momento, Levi ha cominciato a ricevere lettere di lettori e lettrici, intellettuali, ex deportati, ma anche tedeschi che provano a giustificare quanto è accaduto.
Sulla sua scrivania continuano frattanto a convivere testi e progetti molto diversi tra di loro: interventi su Auschwitz e sull’esperienza concentrazionaria (che dagli anni sessanta, con i processi di Gerusalemme e di Francoforte, sono finalmente diventati temi di rilievo per l’opinione pubblica internazionale), ma anche poesie; racconti fantastici e racconti di fabbrica; saggi letterari e scientifici; traduzioni. Molti dei libri che pubblicherà nei due decenni successivi stanno già nascendo e prendendo forma, o esistono in forma di singoli racconti, abbozzi, brevi storie di cui Levi è provvisoriamente insoddisfatto.
Nel 1966 esce Storie naturali, ma con lo pseudonimo di Damiano Malabaila, soprattutto per volere di Einaudi, che preferiva non accostare queste nuove storie all’esperienza di Auschwitz. Storie naturali è infatti un libro di quindici racconti fantastici; una buona parte di essi ha come protagonista un intraprendente piazzista americano, Simpson, che propone macchinari futuribili a un chimico-scrittore curioso e sperimentatore. Ci sono elettrodomestici che versificano e misuratori di bellezza, stampanti 3D che clonano qualsiasi cosa (umani compresi) e simulatori di realtà virtuale che sovrascrivono i ricordi. Ma questa è solo una parte del libro: ci sono anche, insieme, tetri racconti tedeschi di esperimenti scientifici su cavie umane e animali, tenie che compongono poesie per l’uomo di cui sono ospiti, polli che lavorano come censori di una burocrazia totalitaria, e infine un concilio di demoni che si trova a varare l’animale-uomo. Il libro ha un discreto successo, e Levi lavora a nuove storie fantastiche, che pubblica nel 1971 con il titolo Vizio di forma (e questa volta col suo nome): non c’è più Simpson e la faccia angosciante del potere della scienza è ancora più visibile, con una nuova e più marcata attenzione al rapporto tra tecnologia e ambiente, tra progresso ed ecologia.
Gli anni settanta
Del 1975 è il suo libro di racconti più famoso, Il sistema periodico: ventuno storie con altrettanti nomi di elementi chimici, che cominciano con Argon, le vicende degli antenati ebreo piemontesi, e si concludono con Carbonio, la storia di un atomo che si stacca dalla roccia e vaga per il mondo, attraversando tempo e spazio. Nel mezzo, ciascuna storia scandisce una tappa della biografia leviana, ma sempre trasfigurata in letteratura, con una carrellata di personaggi e ritratti ideali per lo più costruiti in contrasto con il protagonista che dice io. Il penultimo racconto, Vanadio, ripercorre la circostanza del più peculiare tra i suoi carteggi tedeschi, quello con il suo ex-capo laboratorio ad Auschwitz, l’ingegnere chimico tedesco Ferdinand Meyer, che nel racconto si chiama Lothar Müller. Il carteggio tra Levi e Meyer (e il giro di posta che ne scaturì) si potrà leggere in questo portale, qui.
Nel 1978, Levi pubblica La chiave a stella: il protagonista di tutti i racconti, che hanno quasi l’unità di un romanzo senza mai davvero raggiungerla, è Libertino Faussone, un operaio specializzato piemontese che gira il mondo per montare gru, ponti, derrick. Un uomo d’avventura che si esprime in dialetto, e che racconta le sue storie a un alter ego leviano con cui si confronta sul piacere di esercitare un mestiere e sul rapporto tra il pensare e il fare, ovvero tra le mani e l’intelletto, tra fatto e racconto, tra azione e parola.
Gli anni ottanta
Nella prima metà degli anni ottanta Levi pubblica altre due raccolte: Lilìt e altri racconti (1981), un libro composito, costruito su tre sezioni (Passato prossimo, Presente indicativo e Futuro anteriore), di cui la prima è una sequenza di racconti su Auschwitz, ma con un tono molto diverso da Se questo è un uomo, mentre le altre due riprendono il filone fantastico-tecnologico di Storie naturali e Vizio di forma; e L’altrui mestiere (1985), una raccolta in cui il saggismo leviano tocca temi che lo appassionano da sempre: non solo la chimica, ma anche la sociolinguistica, l’umorismo, gli animali, l’etnografia. Del 1981 è anche la sua prima antologia personale, La ricerca delle radici, una scelta di brani di libri che per lui sono stati fondamentali, introdotti e commentati; mentre nel 1982 esce il primo e unico romanzo d’invenzione di Levi, Se non ora, quando?, un’avventura partigiana dal sapore western ambientata nell’Europa orientale. È del 1984 la raccolta poetica Ad ora incerta. Il titolo riprende un verso della Ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge: col personaggio del marinaio, che «arpiona al petto» gli invitati a un matrimonio costringendoli ad ascoltare la sua storia, Levi si è identificato fin dal suo ritorno da Auschwitz, quando raccontare era diventata un’esigenza primaria e ossessiva.
In questi anni Levi si cimenta anche nell’attività di traduzione, da almeno quattro lingue: dopo La notte dei girondini di Jacob Presser, libro-testimonianza sul campo di Westerbork che Levi aveva tradotto nel 1976 per Adelphi addirittura dall’olandese, nel 1983 Levi firma la sua prima traduzione letteraria, quella al Processo di Kafka, che inaugura la collana einaudiana «Scrittori tradotti da scrittori». Nei due anni successivi, ancora per Einaudi, escono le sue versioni italiane de Lo sguardo da lontano (1984) e La via delle maschere (1985) di Claude Lévi-Strauss. E non era del resto la prima volta che Levi si cimentava con l’antropologia: nel 1979 aveva già tradotto, sempre per Einaudi, I simboli naturali di Mary Douglas.
L'ultimo libro
Nel 1986, oltre a Racconti e saggi, esce quello che è forse il libro di Levi più coraggioso e travagliato, e destinato, ancor più di Se questo è un uomo, a restare un classico del pensiero su Auschwitz, sui rapporti di potere tra gli uomini, sulla coercizione, sulla vergogna post traumatica, sulla possibilità di resistere al fascino del privilegio e sulle fallacie della memoria: I sommersi e i salvati, un libro che, se letto dalla fine al principio svela anche la propria origine più che ventennale. L’ultimo capitolo si intitola infatti «Lettere di tedeschi», e propone, in un compendio di poche pagine, il racconto di alcuni dei carteggi che trovate pubblicati in questo sito, e del tessuto di reti e relazioni che grazie ad essi Levi ha intrecciato per tutta la sua vita.
Primo Levi muore suicida l’11 aprile 1987.
Nota bibliografica
Una biografia più estesa di e su Levi si trova nella pagina dedicata del Centro Internazionale Primo Levi di Torino, nel cui sito si possono trovare anche un elenco delle opere, e un regesto di tutte le traduzioni delle sue opere; le Opere complete di Primo Levi sono pubblicate da Einaudi a cura di Marco Belpoliti nel 2916, in due volumi; un terzo volume, uscito nel 2018, contiene le conversazioni e le interviste, e una serie di indici dei tre volumi a cura di Daniela Muraca e Domenico Scarpa. Nel 2017 è uscito anche l’Album Primo Levi, a cura di Domenico Scarpa e Roberta Mori, che ripercorre la biografia leviana a partire da immagini e documenti per lo più inediti.
Le due biografie più approfondite di Levi sono quelle di Ian Thomson e di Carole Angier, entrambe del 2002. Nel 2022 Domenico Scarpa ha pubblicato per Einaudi Bibliografia di Primo Levi ovvero Il primo Atlante, la prima bibliografia leviana che censisce non solo tutti i suoi scritti, le sue interviste, gli interventi orali, ma anche tutti i carteggi finora menzionati e pubblicati.